Ombra: Recensione di Nicoletta Pavan

Ombra - 100x70  - gennaio 2012Ombra – 100×70, gennaio 2012
Che mai farebbe il tuo bene se non esistesse il male, e come apparirebbe la terra se vi scomparissero le ombre?
(Michail Bulgakov, Il maestro e Margherita)

Ombra mi ha colpito nel profondo dalla prima volta che l’ho vista: campeggiava su una parete un po’ nascosta, con la poca luce di un pomeriggio nuvoloso di novembre che entrava timidamente dalla finestra della stanza…l’intera tela ne risultava lievemente oscurata, ma pure si avvertiva la presenza forte, inquietante dell’ombra, di una vividezza che inizialmente appariva minacciosa: come una gigantesca nube scura, una notte blu carica di cupa energia, vorticosamente scuoteva un mare schiumoso, mosso, in burrasca, e un cielo livido già attraversato dal temporale.

Eppure, una volta ‘svegliati’ da questa sensazione, da questo agitato sogno ad occhi aperti, lo sguardo viene immediatamente catturato dai mille zampilli, dai tocchi di luce che salgono dal mare e scendono dal cielo: piccole ma luminose fiammelle, frammenti di sole, scintille di un giallo prezioso. Oro.

E di colpo l’Ombra non fa più paura: esiste perché esiste la luce – così come il giorno ha bisogno della notte – per un naturale equilibrio degli elementi, perché senza di essa non vi sarebbe armonia.
E al secondo sguardo se ne apprezza solo la grande bellezza.